Scopello è forse il luogo più suggestivo e pittoresco dell’intero golfo di Castellammare. E’ un piccolo borgo di fine Settecento sviluppatosi intorno al baglio, sul sito di un precedente casale arabo. Scendendo verso il mare, nella stupenda cala limitata dai faraglioni e protetta da vecchie torri di avvistamento, si trova la tonnara, conosciuta da tempo immemorabile (è citata in documenti del 1200) e attiva fino a pochi anni fa.
Le torri conferiscono al paesaggio un alone di mistero e un fascino che mescola insieme natura e storia. Risalenti a epoche diverse, facevano parte di un sistema di difesa e di comunicazione distribuito lungo tutto il perimetro della Sicilia: comunicando tra esse di notte per mezzo di fuochi e di giorno con segnali di fumo, si inviavano rapidamente informazioni di carattere militare a tutta l’Isola. La più antica torre, probabilmente edificata dagli Arabi a protezione della tonnara, è quella che si erge sul faraglione un tempo collegato alla terraferma, a cui si accedeva forse con un ponte o con una scala intagliata nella stessa roccia.
La torre Doria prende il nome del nobile spagnolo che la fece costruire nel XVII secolo sul terrazzo che si affaccia a strapiombo sulla baia. La torre Bennistra, risalente al XV secolo, domina l’intero golfo di Castellammare da un cucuzzolo a sud del baglio.
Curiosità.
Il nome “Scopello” deriverebbe dal greco “scopelos” (scoglio), dal latino “scopellum” (scoglio) e dall’arabo “iscubul iactus” (scoglio alto).
Abitata sin dalla preistoria (reperti rinvenuti nelle grotte dell’entroterra documentano la presenza umana a partire dal Paleolitico), la zona era conosciuta per l’abbondanza dei tonni che si pescavano nel suo mare, tanto che gli valse la denominazione di “Cetaria” (in greco “terra dei tonni”).
Gli Arabi vi fondarono un casale abitato da pescatori e pastori. Nel 1235 Federico II di Svevia, dopo averlo annesso con tutto il feudo alla città di Monte San Giuliano, ne concesse la proprietà a un gruppo di coloni Piacentini che, però, lo abbandonarono presto a causa delle continue incursioni piratesche. In quei secoli, infatti, i pirati che infestavano il basso Mediterraneo usavano la baia di Scopello come base per le loro scorrerie: ormeggiando le navi a ridosso dei faraglioni risultavano praticamente invisibili al largo.